Bambini di cristallo by Kristina Ohlsson

Bambini di cristallo by Kristina Ohlsson

autore:Kristina Ohlsson [Ohlsson, Kristina]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 16fd58a9e805a2cb1388cefa2d3100daee192436
editore: Salani Editore
pubblicato: 2015-08-20T22:00:00+00:00


DICIOTTO

Le vacanze della mamma finirono e Billie si ammalò. Aveva la febbre e il mal di gola, così dovette mettersi a letto.

«Hai abbastanza da leggere?» le chiese la mamma tristemente prima di andare al lavoro.

«Sì, sì» rispose Billie, pensando che il problema di starsene sola in casa non era di avere troppo poco da leggere ma di abitare in una casa così pericolosa.

La mamma fece un sospiro di preoccupazione.

«Non mi piace che tu stia da sola quando sei così malata» disse.

«Me la caverò» rispose Billie.

«Nel frigo c’è qualcosa da riscaldare».

La mamma si chinò a darle un bacio sulla guancia.

«Poi ti chiamo» disse. «Mi raccomando, riguardati. Promettilo».

Billie promise.

Poi le venne in mente di essersi dimenticata di chiedere alla mamma una cosa.

«Hai parlato con i vicini?»

Non aveva riferito alla mamma quel che lei e Aladdin avevano scoperto della famiglia da cui avevano comprato la casa. Ma era curiosa di sapere che cos’avevano detto i vicini.

La mamma era sorpresa.

«Con i vicini? No, ma cosa vuoi dire?»

«Avevi detto che gli avresti chiesto della famiglia che abitava qui prima. Per sapere quando si sono trasferiti».

La mamma taceva.

«Ah, sì» disse poi. «Sì, ci ho parlato».

Billie si tirò su sul letto. Quindi adesso anche la mamma sapeva che se n’erano andati due anni prima.

«Che cos’hanno detto?» chiese, tutta emozionata.

La mamma si grattò la fronte e strinse le palpebre come per riflettere su una questione molto complicata.

«Hanno detto che se ne sono andati un anno fa, esattamente come Martin quando ci ha mostrato la casa».

«Ma...»

Billie non sapeva che cosa dire. O aveva mentito la mamma o avevano mentito i vicini. Secondo lei aveva mentito la mamma.

La mamma guardò l’orologio.

«Ora devo andare» disse. «Ti ricordi, vero, che cos’hai promesso?»

Billie si coricò di nuovo. Che cos’aveva promesso?

«Hai promesso che, se parlavo con i vicini, smettevi di cercare quel che non va in questa casa. Ti ricordi?»

«Sì».

Non aveva più senso parlare con la mamma. Ormai erano nemiche.

La mamma sembrò sollevata.

«Bene, allora. Queste cose tristi le abbiamo chiarite. Adesso cerca di passare una giornata tranquilla, tesoro. Nel pomeriggio torno subito a casa».

I suoi passi fecero scricchiolare i gradini e poi Billie sentì chiudersi la porta. La mamma aveva mentito.

Sarà stato che aveva la febbre e dormiva molto, fatto sta che dopo un po’ Billie cominciò a pensare che era bello starsene a casa da sola. Il sole andava e veniva senza che facesse troppo caldo e Billie lasciò aperta la finestra. Si sentiva il vicino fuori a tagliare l’erba e quel rumore le piaceva. Papà, quand’era vivo, si era sempre premurato che avessero un bel prato. «È la prima cosa che si vede quando si guarda la casa» diceva.

Lui tagliava, tagliava, e lei e la mamma lo guardavano dalla finestra e ridacchiavano. Da un pezzo non ridevano più così.

Subito dopo pranzo bussarono alla porta. Billie si irrigidì nel letto. Era raro che qualcuno venisse a trovarla. Scese le scale con passo felpato e prima di aprire chiese chi era.

«Sono io!»

Aladdin, ovviamente.

«Sono ammalata» disse Billie quando aprì la porta.

«Questo lo sapevo. Ho pensato che forse ti annoiavi, così sono passato.



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